Corona Interview Series: Andrea Carson, Luminum

Riportiamo la traduzione dell’intervista per la rivista tedesca di Design WarmWhite Magazine ( articolo originale in fondo alla pagina )

Andrea, vista la situazione causata dal Covid-19, avete subito ripercussioni nel vostro lavoro nelle ultime settimane ?

Sicuramente da una parte ci siamo visti cadere addosso una montagna, siamo stati la prima nazione in europa e quella più duramente colpita dal Covid, dall’oggi al domani ci siamo trovati in una situazione completamente nuova e abbiamo dovuto riorganizzare molte cose.

Dallo smartworking alla gestione dei cantieri e alle difficoltà burocratiche dovuta alla chiusura degli uffici pubblici, le prime settimane sono state molto difficili. Adesso stiamo cercando di sistemare e organizzare il lavoro per i mesi futuri, abbiamo la fortuna di lavorare su edifici storici, che hanno tempistiche più lunghe rispetto ai normali cantieri ( come la Cattedrale di Novara di cui abbiamo avviato a gennaio il cantiere ), ma al contempo, essendo cantieri complessi, dobbiamo confrontarci con molti partner e tecnici e lavorare da remoto ha creato dei rallentamenti.

In italia, e in particolare nell’area dove lavoriamo ( Piemonte e Lombardia ) da inizio marzo sono stati bloccati tutti i cantieri e le attività lavorative. I nostri collaboratori sono in smart working da allora, e da dieci giorni tutta l’italia è stata bloccata. Abbiamo dovuto sospendere tutti I cantieri fino a nuove disposizioni

Siamo però fiduciosi di riuscire a superare questa crisi, grazie anche all’essere stato nominato settimana scorsa tra i 40 under forty dei Lighting Design Award di quest’anno, premio che ha sollevato di molto il morale a tutto il team e dato una spinta ripartire più determinati che mai.

Quali settori produttori subiranno i maggiori cambiamenti a causa della crisi ?

Nel nostro settore, più che in molti altri, c’è uno stretto rapporto con il cantiere, il cliente, che richiede spesso più incontri e più visite per comprendere appieno le sfaccettature di un luogo dove andremo a progettare un nuovo impianto. Non penso che questa componente potrà essere totalmente rimossa, perché è in parte intrinseca nella nostra professione, ma può sicuramente mutare grazie all’uso delle nuove tecnologie disponibili sul mercato. In questo periodo stiamo lavorando su diversi edifici storici, e, non potendo uscire di casa per le restrizioni ( in Italia siamo il lockdown totale da metà marzo ), ci sta aiutando la possibilità di lavorare su modelli digitali 3d ricavati da rilievi in laser scanner e tramite video di droni.

Nell’ultimo anno abbiamo iniziato a usare queste tecnologie legate al bim per riuscire a lavorare su edifici complessi dove non esistevano rilievi, ma si è rivelato un ottimo strumento per lavorare con tutto il team e con i nostri partner sui dettagli che caratterizzeranno i cantieri.

Vedo lo sviluppo sicuramente di nuove modalità di progetto grazie a tecnologie come queste, che ridurranno la necessità di continui viaggi, ma sono convinto che la necessità di viaggiare rimarrà una componente molto forte del nostro lavoro, e lo ammetto, un po’ lo spero, poter visitare luoghi meravigliosi è una delle parti che preferisco della mia professione.

Per la prima volta, il normale svolgersi delle fiere di settore si è interrotto per la crisi. Questo potrebbe rappresentare un cambiamento per il settore ?

Sicuramente vedremo una riduzione dei grandi eventi e fiere nel breve futuro, a meno di non ripensare il modello e le modalità con cui vengono organizzate ( penso agli alti costi degli stand e i costi logistici ).

Andremo probabilmente nella direzione di un numero minore di fiere, ma di livello qualitativo molto alto e più interdisciplinari, capaci di attrarre un pubblico molto ampio e in location facilmente raggiungibili da tutta Europa. Non va dimenticato che oltre ad essere un luogo per vedere nuovi prodotti, le fiere sono anche eventi con un indotto economico importante a livello turistico e ricettivo, la cui scomparsa può creare gravi danni economici alle città che li hanno storicamente ospitati ( penso ad esempio al Salone del Mobile di Milano ).  

Forse questo è un buon momento per impegnarci verso un cambiamento nella direzione di una maggior sostenibilità del modo in cui progettiamo e produciamo?

Penso che un approccio diverso, legato alle tematiche della Circular Economy, potrà sviluppare un nuovo sistema più green e sostenibile. Sicuramente per un cambio radicale servirà il supporto di incentivi pubblici, che aiutino le aziende a riportare le produzioni localmente ove possibile, così da ridurre l’impatto ambientale dei trasporti.

Ma anche come progettisti abbiamo un ruolo, anche cercando di incentivare il recupero del patrimonio immobiliare dismesso, su questo fronte stiamo lavorando con la Fondazione Riusiamo L’italia proprio su questo tema, studiando iniziative in cui l’illuminazione diventi elemento di avvio di iniziative di recupero e sensibilizzazione su questi temi. 

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l’articolo originale è disponibile sul sito web del magazine WarmWhite al seguente link:

https://warm-white.com/corona-interview-series-andrea-carson-luminum/